Stai per aprire un’azienda, o meglio una startup, e parlando con amici e colleghi ecco che ti dicono “Perché non apri una startup innovativa?”.
Ovviamente l’aggettivo innovativa accanto a un’azienda che sta per partire suona sempre bene, ma non basta credere di portare innovazione, fare qualcosa che lasci il segno, lanciare un servizio che nessuno ha mai lanciato, per creare innovazione. Almeno, non basta per la Legge perché con startup innovativa si intende un tipo preciso di attività che risponde a determinati criteri e può accedere a una serie di agevolazioni e incentivi.
Vediamo insieme cos’è una startup innovativa e se anche il tuo nuovo business può esserlo davvero.
Cosa sono le startup innovative secondo la Legge
Ad aiutarti a capirne di più c’è un Decreto Legge, il 179 del 2012, conosciuto meglio come Decreto crescita 2.0 che, nella sezione IX, oltre a descrivere in cosa consistono le startup innovative, precisa quali sono le agevolazioni e gli incentivi previsti. Altri decreti, in seguito a quello Crescita 2.0, hanno puntualizzato meglio alcuni aspetti delle startup innovative, come il D.L 76/2013 (“Decreto Lavoro”), il D.L. 3/2015 (“Investment Compact”) e la Legge di Stabilità 2017.
Una startup innovativa è dunque una società di capitali di diritto italiano – in cui il capitale prevale rispetto all’elemento soggettivo e i soci rispondono nei limiti delle obbligazioni rispetto al capitale che hanno inserito – costituita anche in forma di cooperativa, che ha come oggetto la produzione, lo sviluppo, la commercializzazione di servizi o prodotti ad alto tasso tecnologico.
Può essere anche una società europea purché risieda in Italia, quello che conta è che appunto, in linea con l’Agenda Digitale, promuova la crescita giovanile, l’occupazione e faccia tutto nel segno dell’innovazione.
Startup innovative: i requisiti
Ovviamente quella sopra è una descrizione più generica, per capire se la tua startup sarà davvero innovativa deve avere i seguenti requisiti:
- Essere appena costituita o, se lo è già, deve esserlo da meno di 5 anni;
- Come detto prima, deve avere la sede principale in Italia o anche in altro stato che fa parte dell’Unione Europea o aderisce all’accordo sullo Spazio Economico Europeo purché appunto abbia una sede produttiva o filiale in Italia;
- Il valore annuo della sua produzione deve inferiore a 5 milioni di euro;
- Non deve distribuire o avere distribuito, se esiste già sul mercato, utili;
- Nell’oggetto sociale ci devono essere in maniera esclusiva o prevalente: lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico;
- Non deve essere il risultato di fusione, scissione societaria o di cessione di un’azienda o di un ramo. Insomma deve essere un’azienda ex novo;
Quanto al contenuto innovativo dell’impresa, deve esserci almeno uno dei 3 criteri:
- La forza lavoro complessiva deve essere costituita per almeno un terzo da dottorandi, dottori di ricerca o ricercatori oppure per almeno due terzi da soci o collaboratori che, a qualsiasi titolo, siano in possesso di una laurea magistrale;
- Una quota pari al 15% del valore maggiore tra fatturato e costi annui deve essere investito per attività di ricerca e sviluppo;
- L’impresa deve essere titolare, depositaria o licenziataria di un brevetto registrato o titolare di programma per elaboratore originario registrato.
Va da sé che soddisfare uno dei 3 criteri non è impossibile, in particolare quello che riguarda la forza lavoro.
Le startup innovative, inoltre, hanno una sezione ad hoc creata del Registro delle Imprese, il Registro delle Imprese delle Startup Innovative per l’appunto, dove dovranno iscriversi trasmettendo in via telematica una dichiarazione di autocertificazione dichiarando di essere in possesso dei requisiti richiesti e aspettando poi di essere contattati.
Il sito del Registro, comunque, non è utile solo per i vari adempimenti burocratici, ma anche un ottimo canale per conoscere altre storie di startup innovative, vedere tutta la normativa di riferimento e anche vedere se la tua startup è davvero innovativa ancora prima di iniziare.
Quanto all’iter burocratico, come dicevamo, sarà la Camera di Commercio a verificare che la tua impresa abbia i requisiti richiesti. Inoltre, è previsto l’obbligo di aggiornare su base semestrale (30 giugno e 31 dicembre) i dati forniti al momento dell’iscrizione nella sezione speciale, e di confermare una volta l’anno, contestualmente a uno dei due adempimenti semestrali, il possesso dei requisiti, altrimenti si perde lo status speciale e delle agevolazioni correlate.
Startup innovative: le agevolazioni 2017
Avere una startup innovativa nel 2017 vuol dire avere una serie di agevolazioni. Eccone alcune:
- Come anticipato la modalità di costituzione è digitale e gratuita. Inoltre, le startup innovative possono redigere l’atto costitutivo attraverso un modello standard tipizzato facendo ricorso alla firma digitale, utilizzabile per le eventuali modifiche (potrai vederlo sul sito);
- Non ci sono dunque costi specifici legati alla creazione della nuova impresa, inoltre tutto il processo è digitale e per questo anche abbastanza celere;
- Niente diritti camerali e imposta di bollo;
- Alle Start up innovative è consentito di costituirsi in forma di s.r.l., di creare categorie di quote dotate di particolari diritti (come quote a persone che non hanno diritti di voto), effettuare operazioni sulle proprie quote, emettere strumenti finanziari partecipativi, offrire al pubblico quote di capitale;
- Permessi di soggiorno agevolati: il cittadino straniero già in possesso di regolare permesso di soggiorno (inclusi i permessi per studio, tirocinio o formazione) che intende restare in Italia per avviare una startup, potrà procedere alla conversione del suo documento in permesso di soggiorno per lavoro autonomo senza dover tornare nel paese d’origine per l’apposito visto;
- Nel caso del ripianamento delle perdite e della riduzione del capitale di un terzo, il termine entro cui la perdita deve essere diminuita è spostato al secondo esercizio successivo anziché al primo;
- La startup innovativa può assumere personale con contratti a tempo determinato della durata di 36 mesi e in questo arco di tempo i contratti possono essere rinnovati anche più volte, senza i limiti imposti dal Jobs Act; inoltre al termine dei 36 mesi il contratto può essere rinnovato un’altra volta, per un massimo di 12 mesi, portando la durata complessiva a 48 mesi;
- Il personale può essere pagato in maniera flessibile e variabile, tenendo conto di un minimo tabellare e può essere anche remunerato con strumenti di partecipazione al capitale ossia stock option.
Anche i fornitori possono essere pagati con schermi di work for equity (ossia lavoro in cambio di azioni e quote della società) che non rientrano nel reddito imponibile ma sono soggetti soltanto alla tassazione sul capital gain (guadagno in conto capitale, dato dalla differenza fra prezzo d’acquisto e prezzo di vendita spec. di titoli di Borsa).
Startup innovative: gli incentivi 2017
E quanto agli incentivi? Per il 2017, ne sono previsti diversi sia a favore di persone fisiche che giuridiche che abbiano intenzione di investire nel capitale delle startup innovative, così come previsto dalla Legge di Stabilità del 2017.
Eccone alcuni:
- Persone fisiche: hanno una detrazione Irpef pari al 30% dell’investimento e massimo fino a un milione di euro;
- Persone giuridiche: deduzione dell’imponibile Ires (Imposta sul reddito delle società) del 30% dell’investimento fino a un massimo di 1,8 milioni di euro.
- Possibilità di raccogliere capitali con campagne di equity crowdfunding su portali online autorizzati, sistema che prevede la possibilità di raccogliere fondi online in cambio dell’acquisto di titoli di partecipazione nell’impresa;
- Possibilità di accedere in modo semplificato, gratuito e diretto al Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese, fondo pubblico che facilita il finanziamento bancario attraverso la concessione di una garanzia sui prestiti bancari.
Tale garanzia copre fino all’80% del credito erogato dalla banca alla PMI innovativa, fino a un massimo di 2,5 milioni di euro, e può essere concessa attraverso una procedura semplificata; - In caso di insuccesso, le startup innovative possono contare su procedure più rapide e meno gravose rispetto a quelle ordinarie per concludere le proprie attività;
- Passaggio da startup innovativa a PMI innovativa: in caso di successo tale passaggio può essere agevole e inoltre si gode anche delle agevolazioni previste anche per le PMI di questo tipo.
Quante sono le startup innovative in Italia?
E in Italia quante startup innovative ci sono? Stando agli ultimi numeri diffusi dalla Camera di Commercio sono 7356, di cui 1684 sono in Lombardia. La seconda e la terza regione sono in ordine l’Emilia Romagna con 805 e il Veneto con 643.
Esempi di startup innovative italiane
Ok, tutto chiaro, ma ti piacerebbe sapere chi ce l’ha fatta? Ecco qualche esempio di startup innovative in Italia:
Qurami: si tratta dell’app che si propone di eliminare le code dagli uffici. Come? L’utente può prenotare un numero virtuale in qualsiasi posto si trovi e gestire così le sue code senza andare fisicamente sul posto, evitando così una grossa perdita di tempo.
Design Italian Shoes Una piattaforma di e-commerce che permette al cliente di selezionare e personalizzare, dal colore al modello e altre caratteristiche, le proprie scarpe realizzate da botteghe artigiane italiane.
Orange Fiber Orange Fiber è una startup che si occupa della trasformazione degli scarti di agrumi (principalmente arance e limoni) in tessuti utilizzati per realizzare indumenti che hanno la caratteristica di rilasciare vitamina C.