Smart working: chiarezza per la Pubblica amministrazione
Già da marzo 2021, nel Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale firmato dal Presidente del Consiglio (Draghi), dal ministro della Pubblica Amministrazione (Brunetta) e dai sindacati si concordava che lo smart working per la Pubblica amministrazione, sarebbe diventato un modo di lavorare costante.
Infatti, anche nelle nuove assunzioni, verrà proposto il lavoro agile (i contratti collettivi nazionali lo prevedono) e sarà tutto legalmente valido secondo una disciplina che regola questo tipo di lavoro.
Questo nuovo modo di lavoro, deve comunque garantire una vera produttività affinché si venga orientati ad avere dei risultati validi.
Ovviamente sarà tutto conciliato con le esigenze dei lavoratori (uomini e donne) e quelle organizzative degli enti amministrativi affinché a tutto sia reso un miglior servizio pubblico con un equilibrio fra vita professionale e vita personale.
Come si può vedere, anche per la Pubblica Amministrazione, lo smart working sta prendendo piede oltre che per il momento emergenziale.
Quali sono state le tappe seguenti?
Con il Patto del 10 marzo, si è iniziato un percorso tale che ha fatto raggiungere tre importanti tappe:
- quella di fine aprile (Art. 1: decreto legge “proroghe” n. 56/2021), riguardava il superamento di vincoli rigidi e soglie di percentuali minime per poter applicare lo smart working nella Pubblica amministrazione;
- quella del 15 ottobre (in concomitanza con la riapertura di tutte le attività economiche, sociali e culturali del Paese grazie al progredire delle vaccinazioni ed all’obbligo di green pass per tutti i 23 milioni di lavoratori pubblici, privati e autonomi), ha permesso di ripristinare tutto il lavoro in presenza con una modalità adatta alle Pubbliche amministrazioni (Dpcm 24 settembre e Dm 8 ottobre);
- con l’ultima si sono viste decollare le trattative dei rinnovi contrattuali secondo il Patto in cui sono tutelati i diritti dei lavoratori, le relazioni sindacali ed il rapporto di lavoro in relazione al lavoro da remoto (il diritto alla disconnessione, le fasce di contattabilità, il diritto alla formazione specifica, il diritto alla protezione dei dati personali, il regime dei permessi e delle assenze e ogni altro istituto del rapporto di lavoro e previsione contrattuale).
Nell’attendere che, i nuovi contratti diventino operativi, il 21 dicembre, è stato firmato un accordo per la Pubblica Amministrazione, le cui linee guida in materia di lavoro a distanza, sono state concordate anche con i sindacati con cui, lo scorso 16 dicembre, è stata anche acquisita un’intesa in Conferenza Unificata rendendo il tutto più valido ed attendibile.