Controllo sui pc, email e siti web per il lavoro agile
Chi si occupa di smart working deve conoscere tutti i modi per poter lavorare correttamente.
La diffusione dello smart working, ha fatto in modo che ci fossero maggiori controlli sul lavoro da remoto in base alla legge in vigore sullo Statuto dei Lavoratori (Legge 300/1970).
Il controllo del lavoro a distanza
In origine, l’Art. 4 dello Statuto, vietava l’utilizzo delle apparecchiature per il controllo del lavoro a distanza.
L’utilizzo delle apparecchiature per il controllo, per l’organizzazione e per la sicurezza era consentito tramite le rappresentanze sindacali o l’Ispettorato del Lavoro.
Nel 2015, è stato tolto il divieto della Legge prevista nel 1970, ma è rimasto il “divieto del controllo intenzionale e finalizzato al monitoraggio continuo e indiscriminato del lavoratore (ministero del Lavoro del 10 maggio 2016).
Rispetto alla precedente formula c’è una novità: per gli strumenti di lavoro non sono necessari l’accordo sindacale o l’autorizzazione amministrativa.
Come possono essere usati gli strumenti e gli impianti?
Gli strumenti e gli impianti da cui deriva il controllo a distanza del lavoro sono usati solo per esigenze organizzative, di produzione, per la tutela del patrimonio aziendale e per la sicurezza del lavoro dopo un accordo sindacale o dell’autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro.
Le informazioni raccolte, possono essere utilizzate anche a fini disciplinari purché siano informati i dipendenti dell’uso degli strumenti e dei controlli.
Attualmente i controlli sono svolti spesso su computer aziendali e caselle di posta elettronica, che sono sicuramente qualificabili come strumenti di lavoro. La giurisprudenza ha in più occasioni confermato la loro validità, anche se il Garante della Privacy è arrivato ad assimilare la email alla corrispondenza epistolare, salvo che sia adoperata per fini privati.
La Cassazione ha ritenuto legittimo il controllo della posta elettronica aziendale di un dipendente accusato di aver inviato una serie di e-mail al rappresentante legale contenenti espressioni volgari e scurrili (Cassazione, sentenza 26682 del 2017). È legittimo il controllo del
Pc aziendale per accertare attività extra-lavorative: nel caso specifico, il dipendente era stato sorpreso a giocare al Pc (Cassazione, sentenza 13266 del 2018).
Con la sentenza 476 del 28 giugno 2021, la Corte d’Appello di Venezia ha stabilito che sono pienamente utilizzabili le videoregistrazioni delle telecamere presenti all’interno di locali aziendali (un casinò), usate dal datore per contestare a una dipendente una serie di condotte in violazione delle procedure aziendali e penalmente rilevanti (furto e appropriazione indebita).