La compravendita dell’Amazzonia su Marketplace vietata da Facebook

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Facebook vieta la compravendita dell’Amazzonia sulla piattaforma Marketplace

Facebook vieta di pubblicare annunci su Marketplace per la compravendita delle aree protette dell’Amazzonia.

Lo ha annunciato Facebook dopo, che sette mesi fa, lo ha scoperto da un’inchiesta della Bbc.

Perché Facebook vieta la compravendita dell’Amazzonia?

Facebook, vieta la compravendita dell’Amazzonia, perché le aree protette della foresta erano diventate merce di scambio, insieme alla compravendita di capi d’abbigliamento, utensili, libri, auto, ecc.

Addirittura, si vendeva questa terra protetta anche ettari ed ettari di appezzamenti come se fossero di loro proprietà.

Operazione illecita perché, i venditori non avevano (ovviamente) i certificati di proprietà dei terreni, ma fattibile ai più nonostante vendessero aree protette non toccabili.

Come si è comportato Facebook?

Facebook, per rendere vietare questa compravendita, ha aggiornato la policy della piattaforma, spiegando che: “Gli annunci non possono proporre la compravendita di animali (e relativi prodotti) ma neanche quello di terreni all’interno di riserve ecologiche”.

Nella nota con cui comunica l’aggiornamento della policy, Facebook, dichiara che: “Ha consultato i programmi per l’ambiente delle varie organizzazioni (a partire da quello delle Nazioni Unite), per riuscire a bloccare annunci indesiderati su Marketplace che violino le regole della compravendita di aree protette.

La decisione della piattaforma Facebook, è stata ben accettata dagli attivisti brasiliani (con la Ong Kanindé), che definisce la scelta, un’ottima opportunità, anche se già, in precedenza, non doveva mai esserci la possibilità di permettere la pubblicazione di questo tipo di annunci.

Pochi controlli da parte di Facebook

I dubbi, sono arrivati dai legali, che hanno notato che non era spiegata la posizione del terreno in vendita e, da lì sono iniziate le prime indagini.

Quindi, Facebook, non ha avuto la possibilità di controllare preventivamente gli annunci.

L’avvocato e scienziata brasiliana Brenda Brito, spiega che: “La piattaforma, potrà avere i migliori database, ma se non ha nessun riferimento alla posizione, non potrà avere dei maggiori riscontri.

Cosa succederà in futuro?

Chi avrà ragione: Facebook o i privati? Il tempo, dirà cosa succederà in futuro!

Nel frattempo, Facebook, intende aumentare i controlli per evitare che gente ignobile continui a fare affari illeciti “davanti ai suoi occhi” deturpando anche l’ambiente.

Conclusioni

Alla Foresta amazzonica, corrispondono anche aree delle tribù indigene: quindi, non solo ci si è impossessati di terreni non di appartenenza ma si è anche estirpata una popolazione sempre esistita.

Tutto questo è illecito, ma quando si tratta di soldi, nessuno lo capisce credendo che siano migliori di altri semplicemente perché sono stati più furbi.

La sostenibilità ambientale è un bene di tutti e dev’essere salvaguardata da tutti e sempre!

Francesco Bruschetta
Francesco Bruschetta
Ciao sono Francesco ma tutti mi chiamano Bruce e sono un copywriter. Ho la passione per la comunicazione web, la seo, il web design e perchè no, anche per i film di Charli Chaplin e le scampagnate con la mia mountain bike Cube

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