Essere imprenditore: guida alle nuove sfide innovative e formative

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Negli ultimissimi anni di crisi e di costante competizione nell’agone internazionale, essere imprenditore è diventata un’eterna sfida sempre più difficile e non priva di ostacoli. Da questo scenario in costante mutamento, occorre difendersi e reagire, mettendo in atto tutte le misure volte a consentire all’imprenditore ed alla sua impresa di crescere in maniera sana e costante, creare valore e raggiungere il successo imprenditoriale.

Vuoi sapere come iniziare? Bene, allora sei proprio capitato nella giusta guida, segui passo dopo le passo le riflessioni e i punti chiave che troverai di seguito e inizia a costruire il tuo business con successo, Buona Fortuna! 

Cambiamento e competizione: cosa fanno gli altri?

Indiscutibile, negli ultimi anni, notevoli sono stati i percorsi di cambiamento, i comportamenti strategici delle imprese ed il ruolo che la formazione aziendale ha assunto nella politica d’azienda. I focus, nonchè i nodi rilevanti tra loro strettamente correlati, su cui un’imprenditore moderno e digitale, deve accettare la sfida e focalizzare l’attenzione, sono ascrivibili ai seguenti:
⦁ i comportamenti innovativi delle imprese riferibili alle fasi di processo e di realizzazione del prodotto/servizio,
⦁ la struttura ed i modelli di organizzazione aziendale, oltre alle trasformazioni in atto,
⦁ il ruolo che riveste sempre di più la formazione aziendale, conessa ai comportamenti strategici delle imprese.

Da studi e prassi recenti si rileva che la maggior parte delle innovazioni aziendali vada attribuita a modifiche e miglioramenti dei prodotti già esistenti sul mercato. Tuttavia, diverse sono le imprese che, pur non abbandonando le tradizioni e la consuetudine, si sono avventurate nel lancio di nuovi prodotti.

Infatti, accade sovente che l’innovazione di prodotto sia frutto di un processo continuo più che occasionale e sporadico. Le modifiche che vengono introdotte nel processo sono finalizzate all’incremento della capacità produttiva, per fare fronte all’elevata crescita degli ordini ed al miglioramento della qualità dei prodotti commercializzati.
Particolare e rilevante l’attenzione che deve essere rivolta costantemente nel creare, anche all’interno dell’organizzazione del processo di produzione, le condizioni per accrescere la capacità innovativa dell’impresa.

In pratica, l’imprenditore deve porre costante attenzione agli investimenti più rilevanti che concernono direttamente il ciclo di produzione (progettazione, industrializzaione, ingegnerizzazione, etc.) e vengono effettuati per migliorare l’efficienza, perseguendo obiettivi di consolidamento, di riduzione dei costi e/o di sviluppo del prodotto e, vengono finalizzati ad una vera e propria politica di diversificazione del mercato/prodotto. In questo senso l’imprenditore non deve affidarsi meramente al caso ed al fato: le imprese che attivano comportamenti innovativi adeguati al contesto competitivo in cui sono inserite risultano essere caratterizzate da forti capacità di lettura e di analisi strategica.

La qualità in azienda: fattore strategico per competere

Altro elemento che odiernamente riveste un ruolo di grande valore aggiunto è il fattore qualità; l’introduzione di sistemi di qualità ha fortemente sollecitato il sistema organizzativo e quello delle competenze aziendali. In alcune specifiche situazioni aziendali e contestuali, il fattore qualità rappresenta il fattore determinante dello sviluppo della formazione aziendale e, per i più, ha forti implicazioni di tipo gestionale ed organizzativo, coinvolgendo aspetti connessi ai comportamenti organizzativi a tutti i livelli professionali.

Ovviamente, data la vastità dell disciplina in materia di qualità, anche in correlazione ai settori di competenza, si rinvia la trattazione ad altri articoli che approfondiranno in dettaglio la materia. Per questo si consiglia di seguire Vita da Imprenditore ogni giorno, rimanete sempre aggiornati!

Formazione ed innovazione: un nuovo paradigma organizzativo

Gli imprenditori odierni e di nuova generazione devono essere in grado di attivare ed avviare processi innovativi reali sia di prodotto che di processo: la formazione diviene non più un fatto occasionale ma costante, anche se non completamente consolidato, nella cultura aziendale, ragione per cui assume un ruolo di aggiornamento e di necessario strumento di adeguamento.
Attualmente, a livello strategico, le tecnologie ed il grappolo di innovazione continua a rappresentare la driving force del processo di cambiamento per le imprese a condizione che si compongano con altri fattori legati all’acquisizione del vantaggio competitivo: ricerca di un posizionamento strategico sui mercati, continuo orientamento del management, ricerca di sinergie nei rapporti di cooperazione etc.

A livello di organizzazione imprenditoriale, l’utilizzo delle moderne tecnologie è conesso alla capacità delle strutture d’organizzazione di sviluppare e di valorizzare continuamente le competenze professionali di singoli individui e/o di gruppi, al fine ultimo di innescare e di mantenere i processi di apprendimento organizzativo che costituiscono le condizioni interne per acquisire vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza e poter creare una learning organization.

Organizzare e saper gestire il personale: una prerogativa per l’imprenditore

A fronte dei mutamenti avvenuti sia nell’ambiente competitivo, sempre più incerto e turbolento, sia all’interno della vita d’impresa a causa delle continue innovazioni introdotte, si sono venuti sempre più a verificare cambiamenti organizzativi che hanno modificato le funzioni ed i modelli di lavoro, il cui intento ed obiettivo è quello di ottimizzare le risorse aziendali ed acquisire maggiore rapidità nel rispondere alle odierne esigenze dei clienti e, più in generale, dell’ambiente di riferimento.

I cambiamenti a livello di organizzazione riguardano:
⦁ il processo di decentramento delle decisioni, delle responsabilità,
⦁ l’integrazioni funzionali tra i vari dipartimenti e aree aziendali (produzione, finanza, marketing, amministrazione etc.),
⦁ appiatimento della struttura gerarchica,
⦁ necessità di avviare un processo di apprendimento organizzativo di natura permanente che coinvolga tutti i membri dell’organizzazione imprnditoriale.

Diventa essenziale, in un contesto in continui adeguamento ai mutamenti dei mercati e della domanda dei consumatori, porre l’attenzione sul processo si apprendimento continuo delle aziende e riorganizzzaione delle strutture e dei processi imprenditoriali.
Si tratta di uno sviluppo organizzativo “in senso orizzontale” che si ripercuote ovviamente sulla gestione del personale: dalla fase di reclutamento/selezione alle poolitiche di retribuzione, alla valutazione ed alla stessa fase di formazione; valorizzare e gestire strategicamente le risorse umane è sempre più un processo di grande valore aggiunto per il successo dell’imprenditore.

Il ruolo della formazione aziendale

Dal punto di vista dell’organizzazione d’impresa, il ruolo della formazione in azienda diviene più articolato e diviene sempre più presenza costante all’interno delle varie aree e funzioni aziendali, comportando il sorgere di un pluralità di attori sia a livello decisionale che nella stessa fase organizzativa della formazione. L’assunzione della responsabilità della mission formativa di un grande numero di funzioni è un indicatore di continuo mutamento delle relzioni di coordinamento tra gli elementi dell’impresa stessa.

La formazione diviene, allora, una costante nelle politiche aziendali ed assolve ad una funzione di integrazione: un modello formativo imprenditoriale porta il soggetto economico (il capitano d’impresa) ad una maggiore attenzione nell’impresa alla trasmissione di valori e credo aziendali, oltre che a nuovi comportamenti organizzativi. Ne deve, allora, conseguire un collegamento tra obiettivi formativi ed obiettivi strategici alla base della politica d’impresa, oltre al coinvolgimento dei lavoratori e di tutto il personale.

Di qui, si viene necessariamente a richiedere uno sviluppo orizzontale in senso organizzativo, con una maggiore integrazione tra le aree funzionali d’impresa, ad un minore rigore in termini di controllo, ad un appiattimento della struttura verso una maggiore flessibilizzazione della gestione. Non solo, anche maggiore ampliamento delle deleghe dall’imprenditore ai suoi collaboratori più fidati, ad una maggiore formazione diffusa in tutte le aree sia a livello di processi che di organizzazione.

La formazione viene ad essere strettamente connessa con le trasformazioni in atto nelle diverse aziende: nelle piccole e medie imprese, che costituiscono la spina dorsale della nostra Penisola italiana, il rapporto che si viene a stringere con il network della ricerca e con l’Università è assai complicato.

Tuttavia, le PMI non desistono dal sacrificare risorse economiche, umane e fisiche nell’innovare in maniera costante i loro prodotti o processi sotto la forte pressione del mercato e della concorrenza, divenuta sempre puù agguerrita. Il loro orizzonte temporale di riferimento è più limitato rispetto a quello delle grandi multinazionali: le innovazioni divengono di tipo incrementale con ritorni più rapdi e minore burocratizzazione e formalismi. Quando “essere piccoli è bello….!”.

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