La grappa è il rinomato distillato prodotto grazie alla fermentazione di vinacce italiane che tutti conosciamo, soprattutto al Nord. Si tratta di una delle bevande più prestigiose del nostro Paese, tant’è che oggi gode della denominazione di origine protetta di cui è stata insignita piuttosto recentemente.
Il passato frugale della Grappa
Il suo passato, tuttavia, è caratterizzato da povertà e modestia perché passa attraverso l’evoluzione da bevanda povera e rude a distillato con la “D” maiuscola nell’arco di qualche secolo. La sua nascita si collocherebbe al tempo degli alchimisti del 1300, i primi a scoprire la tecnica della distillazione delle vinacce per scopi medici. Oggi, invece, comprare la grappa online e degustare le migliori produzioni è una vera e propria moda che appassiona sempre più specialisti e intenditori. Cosa è successo alla grappa negli anni? Lo scopriamo nelle righe che seguono.
Da farmaco a distillato di piacere
Non c’è una data certa di invenzione della grappa perché la tecnica della distillazione è riconducibile a varie testimonianze. Tra queste la prima attendibile sembrerebbe appartenere ad un medico di Padova, un tale Michele Savonarola, risalente al periodo tra la fine del 1300 e la prima metà del 1440.
Egli riportò nel suo “De Conficienda Acqua Vitae” che la distillazione del vino fosse utile per curare disturbi infettivi e, difatti, tale pratica era conosciuta anche in altre potenze. Da quanto sembrerebbe, quindi, la grappa nasce in pieno medioevo ma prende il nome di acquavite ed è un prodotto ottenuto per curare vari tipi di patologie come le infezioni.
Successivamente a partire dal quattordicesimo secolo la questione della distillazione si farà più seria grazie ad un testamento rinvenuto nel quale un certo Enrico di Ser Everardo da Cividade lascia in eredità proprio un alambicco da distillazione di acquavite. Tale testimonianza si ricollegherebbe a quelle materiali del sedicesimo secolo, periodo durante il quale furono scoperti gli alambicchi con refrigerazione ad acqua.
La raffinazione delle tecniche di distillazione
La certezza arriva solamente da una testimonianza del 1813 con la quale si ha traccia del perfezionamento dei processi di fermentazione a cura dei Gesuiti. Con l’affinamento delle tecniche si ha notizia di un distillato povero, simile ad un medicamento, molto in voga nelle regioni del nord. Tale liquido proveniva dalla distillazione delle bucce dell’uva, separate precedentemente dal vino o dal mosto. Questa particolarità lo rendeva un distillato povero, per nulla pregiato dal momento che proveniva dagli scarti buoni dell’uva da parte dei ricchi.
Ciò nonostante la grappa piace, convince e continua ad esser distillata nei secoli
Si ha traccia della sua presenza anche durante la terribile prima guerra mondiale, quando gli Alpini ne bevevano qualche sorso per trovare il coraggio di affrontare la sfiancante guerra di posizione in trincea. Con il secondo dopoguerra, invece, la Grappa inizia ad assumere il valore di bevanda spiritosa conviviale e i metodi di distillazione puntano ad ottenere un prodotto più morbido, gradevole e meno grezzo.
L’arrivo dei riconoscimenti tardivi
Le attuali migliori distillerie di grappa del Paese nascono proprio durante gli anni del secondo dopo guerra ma dovranno attendere il 2008 per veder riconosciuto il distillato di vinacce come Acquavite di Vinacce italiane a Denominazione di Origine Controllata. Anzi, per l’esattezza il riconoscimento avvenne nel 2011 con il Decreto 5398 emanato dal Ministero delle Politiche Agricole in attuazione del Regolamento Comunitario in materia di prodotti tipici locali.
L’unicità della grappa risiede nell’indicazione geografica specifica che riguarda Piemonte, Trentino Alto Adige, Lombardia, Veneto e Friuli. In queste regioni l’utilizzo di vinacce DOC, IGT e DOCG per la fermentazione permette di fregiare di tale riconoscimento le etichette delle grappe più pregiate.