Una breve panoramica sulla gestione dei rischi d’impresa e sulla loro gestione in una fase così delicata
La situazione di emergenza internazionale creatasi con lo sviluppo del Coronavirus ha generato un contesto che nessuna azienda era preparata ad affrontare a dovere; il risultato è che molte imprese si sono ritrovate a dover chiudere temporaneamente i battenti o limitare fortemente la loro attività produttiva.
Stiamo attualmente vivendo le prime settimane nelle quali l’emergenza è entrata nel vivo ed ancora è molto difficile comprendere quali saranno le conseguenze per la nostra economia e per il futuro di molte aziende (anche se non è difficile comprendere che ci aspettano tempi difficili).
In una situazione ancora molto in divenire e particolarmente complessa, è necessario che le imprese comprendano ancor di più l’importanza di una corretta gestione del rischio aziendale, una tematica che nessuna impresa dovrebbe mai sottovalutare.
Su questo tema così delicato ed attuale ne abbiamo parlato con Carlo Vivarelli, CEO della Vivarelli Consulting, società esperta in consulenza aziendale e nella risoluzione di crisi imprenditoriali; da un primo excursus sulla tematica della gestione del rischio nelle imprese di qualunque dimensione, siamo arrivati a chiederci cosa possono fare queste per controbattere alla crisi scatenata dal dilagare del Coronavirus.
Gli avvenimenti delle ultime settimane hanno riportato al centro la tematica del cosiddetto Risk Management… cosa intendiamo con questo termine?
Solitamente definiamo con il termine ERM, che starebbe per Enterprise Risk Management, quell’insieme di regole e controlli che consentono ad una qualunque impresa di conoscere il relativo profilo di rischio aziendale; questo può essere mitigato attraverso opportuni piani di azione che consentono di salvaguardare il patrimonio dell’azienda stessa e facilitare il conseguimento degli obiettivi di periodo.
Quando parliamo di ERM non ci stiamo riferendo ad un dipartimento interno all’impresa che si occupa di gestione del rischio, ma di un approccio culturale che pervade l’intera organizzazione ad ogni suo livello; si tratta, quindi, di un modo di pensare che non è appannaggio di un singolo manager (che potrebbe percepire il rischio in modo differente dagli altri componenti aziendali) ma dell’intera organizzazione.
All’interno di un efficace modello di ERM si può considerare:
- L’ambiente di un’impresa, dove al suo interno si definisce il livello accettabile di rischio e la sua filosofia di gestione
- Ideazione di un protocollo di comunicazione sulla gestione dei rischi che pervada tutte le componenti dell’impresa
- La definizione di obiettivi coerenti con la mission dell’impresa e in linea con i livelli di rischio stabiliti all’interno dell’ambiente d’impresa
- Identificazione di eventi interni ed esterni all’azienda che possono essere considerati come rischi o opportunità da seguire
- Determinazione della probabilità che un rischio possa verificarsi in futuro ed impatto che esso può avere sull’impresa
- Determinazione di interventi di risposta ai vari rischi
- Procedure di controllo che garantiscano che si è data un’efficace risposta al rischio generatosi
- Monitoraggio e modifica del protocollo di ERM attraverso interventi programmati
Chi adotta un metodo di controllo del rischio d’impresa in questo modo, quali vantaggi ne può ottenere?
Il vantaggio più immediato è che l’impresa riesce in qualunque momento ed in qualunque circostanza ad avere una visione corretta di quali rischi si possono verificare, riuscendo a predisporre la risposta più adatta per poterli scongiurare o quanto mai contenerne il più possibile gli effetti negativi.
Una corretta gestione del rischio d’impresa fa si che si abbia una maggiore propensione a seguire correttamente le regole stabilite senza che vi siano delle valutazioni o gestioni autonome, che possono generare delle risposte errate.
Spesso molte imprese (non importa quale sia la loro attività principale o quale sia la loro dimensione) sottovalutano la gestione del rischio, ritrovandosi ad affrontare situazioni di crisi che possono sempre presentarsi all’interno della vita di un’organizzazione.
Tutte le volte che ci relazioniamo con clienti che presentano problematiche derivanti da una cattiva gestione del rischio aziendale battiamo sempre sullo stesso punto, ossia che questo genere di attività deve essere considerato come elemento imprescindibile all’interno del loro processo decisionale.
E’ più che logico considerare la problematica della gestione dei rischi aziendali alla luce dei recenti avvenimenti legati alla diffusione del Coronavirus.
Purtroppo la situazione che si è creata era un qualcosa di completamente inaspettato, c’è stata una sottovalutazione complessiva della pericolosità legata al propagarsi del virus; epidemie o pandemie si sono sempre verificate ciclicamente nel corso della storia, ma in Europa era da un secolo che non accadevano situazioni simili.
Molte imprese si sono ritrovate in assoluta difficoltà a gestire quella che è a tutti gli effetti un’emergenza sanitaria che esula dai normali rischi che un’impresa affronta solitamente (crisi di comunicazione, posizioni debitorie dovute ad errate scelte di gestione, ricambi generazionali, turn-over lavorativi).
Conosco numerose realtà che tutt’oggi si trovano in grosse difficoltà perché non hanno puntato nel passato sulla corretta digitalizzazione dei loro processi di produzione e sull’introduzione della cultura dello smart working.
Riuscire ad effettuare le principali attività dei propri dipendenti anche da remoto è una pratica che in molti paesi europei è già più consolidata rispetto al nostro, mentre solo con l’inizio di questa situazione di emergenza si sta iniziando tardivamente a comprenderne la sua importanza… Noi ad esempio, con un network di 22 professionisti per circa l’80% dei casi e del tempo lavoriamo in modalità smart working. Il mio augurio è che da questa triste situazione si possa iniziare a far evolvere sempre di più quelle imprese che tendevano a rimanere immobili e tendenzialmente poco inclini ai cambiamenti, abbracciando le nuove opportunità che la digitalizzazione ci offre.
Per quanto riguarda la gestione del rischio d’impresa durante l’emergenza Coronavirus, possiamo considerare quelli che sono i principali aspetti che ogni realtà dovrà tenere presente:
- Rischio di liquidità: questo è sicuramente il più importante e deriva dallo stop forzato di molte attività produttive non ritenute attualmente come essenziali. I mancati introiti derivanti dallo stop di produzione, la difficoltà ad avere liquidità sufficiente per garantire lo stipendio ai propri lavoratori, può generare un rischio davvero complesso da sostenere, che può creare grosse problematiche sullo sviluppo dei relativi business non solo nei prossimi mesi, ma anche anni.
Una futura ristrutturazione del debito aziendale, unitamente ad una riorganizzazione delle proprie attività e della forza lavoro sarà quanto mai importante per garantire stabilità
- Rischio operativo: il calo sensibile della domanda, la difficoltà di avere a disposizione le forniture necessarie per far fronte alle consegne richieste, con conseguenti deficit di produzione, possono creare delle problematiche importanti nella catena operativa dell’impresa. La sfida per l’impresa sarà quella di far fronte alle interruzioni e di ideare un sistema di monitoraggio dei processi di gestione delle scorte, degli assets e la loro movimentazione
- Rischio reputazionale: in una situazione di crisi come questa è fondamentale che la comunicazione dell’impresa sia chiara ed univoca, volta a tranquillizzare clienti, investitori e fornitori, evitando fraintendimenti. Ancor prima della conclusione del periodo critico bisognerà sviluppare una corretta strategia di comunicazione che consenta all’azienda di non perdere il suo valore e di facilitare le condizioni per un rilancio immediato sul mercato.