elon musk twitter

Prosegue a colpi di querele e controquerele la vicenda del mancato acquisto di Twitter da parte di Elon Musk. Nelle scorse ore il patron di Tesla ha accusato di frode i vertici del social network. In una controquerela depositata al tribunale del Delaware, infatti, l’uomo più ricco del mondo ha spiegato le sue motivazioni. Musk ha affermato di aver messo fine all’accordo per acquistare la società che cinguetta dopo aver scoperto problemi seri sul numero degli utenti e su quello dei bot e degli account spam e falsi.

Proprio a Delaware si terrà il processo al patron di Tesla dopo la denuncia di Twitter. Il presidente del consiglio di amministrazione del social, intanto, Bret Taylor, ha replica secco a Musk definendo le sue accuse “inaccurate, insufficienti dal punto di vista legale e irrilevanti da quello commerciale.

Elon Musk contro Twitter: “Era una frode, tra bot e account falsi”

Il mancato acquisto da parte di Musk era stato annunciato dalla Sec, società che controlla la Borsa statunitense. Una rinuncia arrivata dopo mesi di trattative con tanto di prezzo già fissato: 44 miliardi di dollari. La Sec, ovvero la Securities and Exchange Commission è un Ente federale Usa preposto alla vigilanza della borsa valori.

La società ha ricevuto una copia di una lettera inviata dai legali di Elon Musk. Nella missiva si legge che “Twitter non ha rispettato i suoi obblighi contrattuali” e non ha fornito le “informazioni commerciali richieste”. “A volte Twitter – hanno continuato gli avvocati – ha ignorato le richieste di Musk a volte le ha respinte per motivi che ci sembrano ingiustificati e in altre occasioni ha fornito informazioni incomplete o inutilizzabili”.

Perché Elon Musk ha rinunciato ad acquistare Twitter?

Twitter ha avviato una causa contro Musk. Ma come si è arrivati a questo punto? Era appena il 18 giugno scorso quando Elon Musk confermava ai dipendenti di Twitter di voler acquistare la società e illustrava la sua strategia.

Nella visione di Musk, Twitter doveva essere una piattaforma di intrattenimento, troppo costosa per i bot e gli account falsi, e dove poter dire quello che si vuole senza violare la legge con l’obiettivo di crescere fino a raggiungere il miliardo di utenti.

Libertà di parola senza smart working

“Libertà di parola”, diceva rivolgendosi ai dipendenti preoccupati dalla possibilità che Musk potesse smantellare il sistema di controlli messo in campo dalla società contro i discorsi di odio e di incitamento alla violenza. In collegamento virtuale dal suo cellulare da quella che sembrava una stanza d’albergo, il patron di Tesla lodava le cinesi WeChat e TikTok presentandole come possibile modello da seguire.

“Voglio portare Twitter al prossimo livello”, spiegava con sicurezza. A chi gli chiedeva del lavoro da remoto dopo la sua dura presa di posizione contro, Musk spiegava: “Chi è eccezionale nel suo lavoro può lavorare da casa. In ogni caso lo smart working rischia di ridurre lo spirito di gruppo danneggiando la società”.

(Foto di Iván Jesus Rojas da Pixabay)