Il crollo della rete Bitcoin: caos in Kazakistan

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Cosa succede ora con il crollo della rete Bitcoin?

Con il crollo della rete Bitcoin succederà un caos pazzesco in Kazakistan in quanto verrà a mancare una rete importante nel mondo delle criptovalute.

Come mai ci sarà il crollo della rete Bitcoin? 

Ci sarà il crollo del Bitcoin, perché, l’hashrate di Bitcoin scenderà dopo il blocco di Internet in Kazakistan ( ad Agosto rappresentava il 18% dell’output power di Bitcoin).

Ora, il Kazakistan, ha interrotto l’accesso ad internet a tutti a causa di una rivolta.

E’ in base ai dati di Btc.com, proprio a seguito di tutto questo, che l’hashrate (potenza di calcolo dei computer dei minatori e dei gestori della rete di bitcoin) è crollato del 14%.

Secondo Cambridge Center for Alternative Finance, il Kazakistan, lo scorso anno dopo gli Stati Uniti, è diventato il secondo Stato al mondo per mining di bitcoin.

La Russia, ha inviato i militari in Kazakistan per cercare di calmare la rivolta che si era creata.

Il Kazakistan ed il mining

Internet è stato bloccato in tutto il Kazakistan in un blackout su scala nazionale come afferma il sito “Netblocks” affinché, i minatori che vivono in Kazakistan non potessero più accedere alla rete Bitcoin.

Più minatori sono in rete, maggiore è la potenza di calcolo, necessaria per estrarre nuovi bitcoin.

Invece, l’hashrate, diminuisce se i minatori lasciano la rete, rendendo più facile per i minatori che restano, produrre nuove criptovalute.

Se ad Agosto 2020, rappresentava il 18% dell’hashrate globale, ad Aprile 2021, prima dell’ultimo ban della Cina sull’estrazione di bitcoin rappresentava solo l’8%: veramente un “salto” in basso rispetto a qualche mese prima.

Tutti questi ribassi repentini, (18-14-8%), ha portato anche un conseguente ribasso sul prezzo della cryptovaluta.

Il Bitcoin, è sceso sotto i $ 43.000 anche a causa delle dichiarazioni della FED (Federal System è un’agenzia governativa con sede a Washington).

Il mining in Kazakistan è formato da vecchie centrali a carbone che rappresentano, da sempre, un problema per l’ambiente e l’economia.

Il governo del Kazakistan, lo scorso anno, ha sostenuto che ha pianificato la repressione dei minatori che lavorano a nero, che potrebbero consumare il doppio di energia rispetto a quelli dichiarati.

Inoltre, il Ministero dell’energia, ha confermato che l’anno scorso, le miniere con lavoratori a nero, potrebbero aver consumato fino a 1,2 GWt di energia, che, insieme a coloro che lavorano regolarmente, rappresentano circa l’8% della capacità di tutto il Kazakistan.

Conclusioni

Con il crollo dei Bitcoin, il Kazakistan, si troverà in pasticci molto grandi da risolvere al più presto.

Bisogna prestare molta attenzione sul mining in Kazakistan, prima, di perdere tutto.

Francesco Bruschetta
Francesco Bruschetta
Ciao sono Francesco ma tutti mi chiamano Bruce e sono un copywriter. Ho la passione per la comunicazione web, la seo, il web design e perchè no, anche per i film di Charli Chaplin e le scampagnate con la mia mountain bike Cube

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