Cosa significa concepire ed interpretare le skills?
Nonostante, le aziende e tutti i settori lavorativi sappiano che il mercato del lavoro è cambiato e chieda dipendenti con competenze più che innovative, molti sembrano essere ancora rimasti fossilizzati dentro a vecchie congetture sottovalutando gli aspetti delle innovazioni senza approfondirle.
Ma, mentre alcune imprese sono rimaste “indietro” rispetto alla tecnologia, alcuni tipi di imprenditori (imprenditori sociali), pionieri di una trasformazione lavorativa necessaria ai tempi e con una mentalità più aperta al cambiamento hanno dato vita a nuovi modelli imprenditoriali.
Quali sono i nuovi modelli imprenditoriali?
I nuovi modelli imprenditoriali che vengono individuati sono:
- Una visione strategica e coerente: si tratta di un allineamento fra strategia ed agenda digitale. Solo il 4% delle organizzazioni ha allineato le proprie programmazioni formative all’agenda digitale. Tra i principali obiettivi ci sono: il reskill e l’upskill di alcune funzioni aziendali;
- Un approccio olistico: in un mondo digitale, in continua evoluzione, anche i programmi formativi devono evolversi continuamente. Oggi si sta assistendo ad una continua digitalizzazione trascurando le competenze “nascoste” importanti per rendere responsabili le persone per un costante apprendimento;
- Cambiare i modelli organizzativi e delle persone rendendole capaci di autogestirsi: il modo di pensare e ragionare in un’azienda, potrebbe essere un ostacolo alla trasformazione digitale, soprattutto quando ci si trova di fronte a situazioni in cui si crede che la formazione digitale sia fine a se stessa. Nonostante ci si imbarchi in una realtà in cui la costruzione della formazione digitale debba essere improntata sull’adozione di nuove modalità lavorative (come il lavoro “agile”) in cui si eliminano gerarchie e poteri decisionali, si pensa che l’importanza dell’apprendimento continuo, possa creare strutture migliori e più flessibili dal punto di vista dello sviluppo in cui si consente alle persone di scoprire un nuovo piano lavorativo;
- Scalare e coinvolgere tutti: formare i dipendenti a tutti i livelli e non riferendosi solo ai manager perché, la nuova visuale del lavoro, è aperta a 360° e non limitata solo ad una determinata cerchia. La formazione dev’essere aperta a tutti affinché si possa recepire il cambiamento. Purtroppo, tutto questo, porta anche ad impegnare il proprio tempo trascurando sempre più spesso la famiglia: è, proprio per questo, che sono stati indetti programmi formativi anche durante le ore lavorative per evitare di togliere tempo alla propria vita;
- I modelli di business “smart” aiutano a tagliare i costi: formare un’organizzazione aziendale significa effettuare degli investimenti molto alti. Comunque esistono dei programmi gratuiti di qualità che possono essere proposti ai dipendenti. Alison (creata dall’irlandese Mike Feeric), è una delle piattaforme di formazione più importanti al mondo che offre corsi gratuiti (si ripaga attraverso la pubblicità e la vendita di attestati);
- L’importanza dell’impatto formativo: fare in modo che gli obiettivi siano concreti affinché, ogni programma di formazione, abbia degli ottimi obiettivi. Tom Ravenscroft, ha ideato il sistema “Skills Builder” che, inizialmente li ha applicati nei contesti educativi e poi nelle aziende, ha verificato che le skills non venivano applicati nei programmi scolastici.