Caro carburante, benzinai pronti allo sciopero, il caso delle accise e il Decreto Trasparenza 2023: alla luce di quanto si discute in questi giorni abbiamo deciso di far un po’ di chiarezza. Il Governo in questi giorni è alle prese con un tema molto “caro” ai cittadini e agli operatori del settore, tanto che i benzinai sono pronti a scioperare i prossimi 25 e 25 gennaio 2023.
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Oltre allo sciopero, però, le associazioni dei gestori degli impianti prevedono pure l’avvio di una campagna per informare le persone sulla gestione degli impianti stessi. Il Governo ha provato a rassicurare i gestori affermando che le misure applicate non penalizzano il settore bensì lo tutela. Così come tutela i lavoratori ed i consumatori onesti.
Se da una parte è chiara la posizione in merito alle misure adottate del Governo, dall’altra i sindacati sottolineano che l’esposizione dei prezzi, quello medio regionale e quello applicato, non è un fatto necessario per arginare né il caro carburante né per porre fine alle polemiche. Questo perché sul prezzo fornito dell’azienda petrolifera ci può essere un margine di soli tre centesimi.
La questione delle accise
C’è poi la questione delle accise. Sebbene il Governo della premier Giorgia Meloni abbia proposte la riduzione delle accise al momento del bisogno, i nuovi provvedimenti aggiornano di fatto il meccanismo dell’accisa mobile introdotta ormai nel 2008 per ridurre i successivi aumenti. Il taglio, insomma, può esser adottato nel caso in cui il prezzo aumenti sulla media dei due mesi precedenti rispetto al valore di riferimento indicato nel Def (Documento di economia e finanza). Questa manovra rappresenta, secondo il presidente della Fegica Roberto di Vincenzo, l’unico intervento capace di intervenire a favore del contenimento dei prezzi all’interno del Decreto Trasparenza.
Bonus e tempistiche
Il Decreto prevede, inoltre, in merito alla tempistica, che il prezzo medio dei carburanti su base regionale deve essere esposto sul sito del ministero delle Imprese e del Made in Italy. La frequenza, le modalità e la tempistica delle comunicazioni saranno definite con un altro Decreto. Le sanzioni prevedono multe che vanno dai 500 ai 6mila euro per tutti coloro che non comunicheranno né i loro prezzi né esporranno i prezzi medi calcolati. Inoltre dopo tre violazioni può essere disposta la chiusura dell’impianto per un tempo che va dai 7 ai 90 giorni.
Infine è ritornato il bonus trasporti di 60 euro per pagare l’abbonamento per il trasporto pubblico che non è cedibile ed è utilizzabile per l’acquisto di un solo abbonamento. Il bonus è destinato alle persone che dispongono di reddito inferiore ai 20mila euro ma non superiore ai 35mila non è rilevante ai fini del computo dell’Isee e non costituisce reddito imponibile.
Daniele Margarita
(Foto di David ROUMANET da Pixabay)