Smart working fra nuovi requisiti e regole
Il Governo, ha provveduto a stilare un nuovo decreto per i “lavoratori fragili” che devono proseguire la loro attività in smart working.
Con il nuovo decreto, cambiano, anche i requisiti per accedere a questa nuova possibilità lavorativa.
Anche se la pandemia, sta terminando, il lavoro da remoto, continuerà ad essere svolto per proteggere le categorie dei “lavoratori fragili”.
Infatti, coloro che hanno patologie particolari non torneranno più al lavoro presso le aziende proprio per evitare che si ammalino e debbano assentarsi dal lavoro.
Il nuovo decreto, è stato voluto dal Governo, in collaborazione con il Ministero della Salute e quello del Lavoro.
Quali sono i nuovi requisiti?
I nuovi requisiti entreranno in vigore dal 28 Febbraio…
Per poter accedere allo smart working bisogna avere delle condizioni di salute compromesse.
Ecco quali sono le condizioni fisiche:
- Risposta immunitaria compromessa;
- Avere avuto almeno tre delle seguenti patologie: cardiopatia ischemica, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale, ictus, bronco-pneumopatia ostruttiva cronica, epatite cronica, diabete mellito, obesità.
Ovviamente, le condizioni di salute, devono essere certificate dal medico che tiene in cura il paziente.
Cosa prevede il nuovo protocollo per lo smart working?
A breve, il nuovo protocollo per il lavoro agile, sarà aggiornato a livello normativo il cui scopo è quello di migliorare il rapporto di lavoro agile tra impresa e lavoratore che dovrebbe cambiare anche le modalità di accordo tra lavoratore ed azienda.
Cosa dev’essere incluso nel contratto di lavoro agile?
Nel contratto di lavoro agile devono essere inclusi:
- la durata dell’accordo (può essere a termine o a tempo indeterminato);
- i periodi di lavoro all’interno e all’esterno dei locali dell’azienda;
- i luoghi esclusi per lo svolgimento della prestazione lavorativa esterna ai locali dell’azienda;
- gli aspetti che riguardano l’esecuzione della prestazione lavorativa non svolta all’interno dei locali aziendali;
- gli strumenti di lavoro;
- i tempi di riposo del lavoratore e quelli per la disconnessione;
- le forme e le modalità di controllo della prestazione lavorativa all’esterno dei locali aziendali;
- l’attività formativa necessaria per lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità smart working;
- le modalità per avvalersi dei diritti sindacali.
Il diritto alla disconnessione durante lo smart working
Il nuovo protocollo per lo smart working 2022 prevede anche il diritto alla disconnessione.
Questo ha lo scopo di regolare l’orario di lavoro in modo da scegliere la fascia lavorativa di interesse (fra queste ci sarà anche la fascia di disconnessione in cui il lavoratore potrà non lavorare per poi riprendere al termine la regolare attività lavorativa).